Test1 è la PMI innovativa che ha sviluppato e brevettato FoamFlex200, una soluzione ecologica ed efficace per assorbire gli sversamenti di idrocarburi. CrowdFundMe ha intervistato Alessandro Taini, Ceo della società.
Quali sono i principali punti di forza di FoamFlex200 che lo differenziano dalle altre soluzioni sul mercato?
Le principali soluzioni presenti sul mercato Oil Spill (che nel mondo vale circa 20 miliardi di dollari all’anno) sono quattro. Partiamo dai disperdenti chimici che, disciogliendo nell’acqua l’inquinante, lo nascondono senza effettivamente recuperarlo. Presentano inoltre elevati gradi di tossicità per l’ambiente e per l’uomo. A differenza di questa metodologia, FoamFlex200 è atossico e recupera realmente l’inquinante.
Ci sono poi gli assorbenti tradizionali monouso, che richiedono volumi enormi e generano altrettanti rifiuti (l’assorbente viene smaltito per combustione saturo di olio). Un unico tappeto FoamFlex200 assorbe lo stesso quantitativo di circa 400 assorbenti tradizionali. FoamFlex200, tramite strizzatura, consente inoltre il recupero dell’olio integro (evitandone la combustione). Per tale motivo FoamFlex200, a fine ciclo vita, viene smaltito senza olio all’interno e con una frequenza ridotta di 200 volte rispetto all’assorbente tradizionale, con conseguenti vantaggi ambientali e risparmi economici.
Un’altra soluzione è costituita da skimmers e pompe: metodi meccanici con limiti pratici di utilizzo, che recuperano mediamente il 20% di olio e l’80% di acqua con conseguente rallentamento e inefficienza della bonifica. FoamFlex200 recupera circa il 95% di olio e non ha limiti all’utilizzo in quanto può essere impiegato in qualsiasi condizione meteo e localizzazione geografica. La possibilità di ridurre la raccolta di acqua al 5%, inoltre, riduce esponenzialmente i costi di smaltimento dei liquidi estratti e consente il recupero dell’idrocarburo integro, oltre a una maggiore rapidità di risposta.
Rimangono, infine, le nuove soluzioni con grafene, che presentano performance di assorbimento notevolmente inferiori rispetto a FoamFlex200. Il peso iniziale del materiale “a secco” è eccessivo per attuare in modo pratico le operazioni di bonifica, e il grafene ha costi elevati ed è tossico per l’uomo.
È fondamentale considerare che, ad oggi, bonificare una tonnellata di idrocarburi può costare da 3.000 a 30.000 dollari e, di media, non è possibile recuperare più del 20% del petrolio sversato in mare. FoamFlex200 consente di abbattere questi costi arrivando a recuperare, come già dimostrato, anche oltre il 50% del prodotto sversato.
Il prodotto è già stato validato: quali sono i casi di bonifica con FoamFlex200 più significativi?
Presupposto imprescindibile per la commercializzazione di prodotto oil spill è l’ottenimento di certificazioni e casi di successo documentati. Gli ultimi anni sono stati impiegati per il raggiungimento di tali milestones (Brevetto, certificazione Ministero dell’ambiente, certificazione CSI e ASTM, certificazione Eni, certificazione Oil&Gas Technology Center, Seal of Excellence Unione Europea).
Il caso di successo più significativo è stato il disastro nel porto di Gran Tarajal alle Isole Canarie, con 150 tonnellate di idrocarburi misti sversati. Settanta tappeti di FoamFlex200 hanno consentito il recupero del 50/70% del prodotto sversato in pochi giorni, con meno del 5% di acqua. Questo ha consentito al governo un risparmio stimato di 6 milioni di euro sulle attività di bonifica.
Ulteriori casi di successo si registrano tramite l’operato dei nuclei NBCR dei Vigili del Fuoco, che hanno usato FoamFlex200 in varie occasioni (travasi di cisterne, inquinamenti di bacini agricoli, incidenti stradali, inquinamento sul Lago di Garda). Un ulteriore caso di successo si registra nella risoluzione di un inquinamento doloso di un bacino (100 litri di olio) in una riserva naturale nel Bresciano.
Quanto avete investito in ricerca e sviluppo per arrivare a questi risultati?
Le spese contabilizzate in ricerca e sviluppo sono pari a 470.000 euro. Si consideri inoltre che tale importo non considera gran parte degli investimenti sostenuti correlati tra cui: spese sostenute per materiali di test, ottenimento certificazioni, realizzazione casi di successo, realizzazione laboratorio e impianto produttivo per scale up.
Quali prospettive di sviluppo ci sono per la società?
Attualmente tutti gli investimenti sono stati finalizzati all’ottenimento di un prodotto funzionante, certificato, scalabile e che abbia dimostrato sul campo la propria efficacia. Nonché all’ottenimento dei primi contatti commerciali e partnership. Oggi il nostro obiettivo è definire tutti gli investimenti correlati alla commercializzazione (marketing, social, team, fiere di settore, convegni, dimostrazioni, partnership) per generare il primo importante flusso di vendite.
Inoltre, saranno previsti ulteriori investimenti in R&D per quanto concerne la realizzazione di nuovi sistemi di prodotto, ad esempio: sistema per imbarcazioni, barriere d’altura, drone automatizzato.
Vista l’attuale situazione di emergenza, l’espansione a livello internazionale sta riscontrando dei rallentamenti, ma siamo fiduciosi perché abbiamo comunque ricevuto varie manifestazioni d’interesse da molti Paesi e già attivato alcuni contratti. Infatti, stiamo lavorando a un modello di business ad hoc per far ripartire con maggior forza l’espansione all’estero. L’attività sul mercato nazionale, invece, procede a passo spedito con la creazione delle prime importanti partnership strategiche e l’acquisizione di nuovi clienti. Ciò ha dimostrato che attività di marketing e una forte presenza commerciale sul territorio consentono un’accelerazione dei processi di vendita.
Investire in Test1 consente di beneficiare delle detrazioni fiscali al 50% previste dalla legge (per maggiori info clicca qui).