Il processo di collocamento di CrowdFundMe per investitori istituzionali e retail (quest’ultimo gestito da Directa SIM S.p.A., per informazioni visita il sito) continua fino al 18 gennaio 2019.
La quotazione di CrowdFundMe sul mercato AIM di Borsa Italiana ha ottenuto molta visibilità sui media: siamo la prima società fintech in Italia e il primo portale di equity crowdfunding in Europa e USA ad avviare il collocamento.
CrowdFundMe è protagonista in un mercato che cresce rapidamente
- CrowdFundMe già oggi è il portale con il maggior numero di investitori in Italia, circa il 42% del mercato, e il secondo per capitali raccolti (fonte: CrowdfundingBuzz).
- Siamo il portale che ha realizzato la campagna italiana record per capitali raccolti: Glass to Power 2, €2.250.000 (vedi la pagina della campagna).
- Chiuderemo il 2018 con una raccolta superiore agli €8,5 milioni, più del doppio di quanto raccolto dal nostro portale nel 2017 (€3,5 milioni).
- Secondo lo studio di Edibeez patrocinato da AIEC (Associazione Italiana Equity Crowdfunding), infatti, il 2018 dovrebbe chiudere con €34 milioniraccolti. Si stima una raccolta di €60 milioni per il 2019 e oltre €100 milioni nel 2020
Il legislatore sta supportando la crescita dell’equity crowdfunding
Oltre alle agevolazioni fiscali per chi investe in Startup o PMI innovative e al recente innalzamento della soglia di esenzione dal prospetto informativo, passata da 5 a 8 milioni di euro, la nuova legge di Bilancio potrebbe offrire una nuova occasione per incentivare la crescita del settore.
È stato infatti recentemente approvato un emendamento alla legge di Bilancio in fase di definizione al parlamento che permetterebbe ai portali di equity crowdfunding di collocare anche le obbligazioni di startup e PMI. Un mercato che nel 2017, per le sole PMI, ha mosso €1,4 miliardi (fonte: Osservatorio mini-bond del Politecnico di Milano). Leggi l’approfondimento di Websim.
I KPIs di CrowdFundMe sono in costante crescita
Perché il collocamento in Borsa?
Vogliamo diventare il trait d’union tra il fintech e la finanza tradizionale: siamo mondi complementari ma c’è ancora poca interazione. Quotandoci possiamo unire il nostro DNA da società fintech, agile e innovativa, con la solidità e le risorse finanziarie degli attori istituzionali. È un matrimonio possibile e a tutto beneficio sia delle società che vogliono raccogliere capitali per crescere, sia per chi in queste vuole investire. Leggi l’intervista a We Wealth.