Portafoglio finanziario: tutto quello che c’è da sapere

Cos’è un portafoglio finanziario? Non è solo un insieme di prodotti finanziari che un investitore detiene. È il primo passo per investimenti che assicurino il rendimento più adatto e profittevole.

 

Che cos’è un portafoglio finanziario?

Un portafoglio finanziario può essere definito come l’insieme degli asset finanziari detenuti da un investitore, scelti secondo precise strategie di investimento, per raggiungere specifici obiettivi economici. Gli asset possono includere azioni, obbligazioni, ETF, fondi comuni, immobili, criptovalute, conti deposito e strumenti alternativi come il crowdfunding. Ogni portafoglio è unico e costruito in base al profilo di rischio, agli obiettivi finanziari e all’orizzonte temporale dell’investitore.

La principale funzione di un portafoglio è quella di bilanciare rischio e rendimento. Una gestione efficace si basa sulla diversificazione, ossia la distribuzione degli investimenti tra diversi strumenti per ridurre l’impatto di perdite su un singolo asset. Ad esempio, un portafoglio diversificato può contenere azioni ad alto rendimento, obbligazioni a basso rischio e investimenti liquidi come conti deposito per coprire esigenze immediate.

Un portafoglio può essere classificato in base al profilo di rischio:

  • conservativo: privilegia la protezione del capitale con asset sicuri come obbligazioni e conti deposito.
  • bilanciato: combina azioni e obbligazioni per ottenere un equilibrio tra crescita e sicurezza.
  • aggressivo: focalizzato su rendimenti elevati, con asset ad alto rischio come azioni growth o criptovalute.

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Perché è utile un portafoglio finanziario

La principale utilità di un portafoglio finanziario consiste nella possibilità di diversificare i propri investimenti, aspetto fondamentale se si vuole ottenere una riduzione del rischio di perdita del capitale investito.

Nel caso in cui un investitore impegnasse 20.000 euro in azioni della società A che, in seguito ad un aumento del costo del carburante si trovasse in difficoltà nella distribuzione dei propri prodotti fino alla soglia della insostenibilità dei costi, con un deprezzamento dei propri titoli azionari, ecco che le perdite collegate a questo unico investimento potrebbero essere cospicue se non irrimediabili. La diversificazione è quindi ineludibile, insieme ad un altro aspetto di cui bisogna tenere conto: la correlazione, termine che indica la relazione che esiste tra due investimenti o più investimenti.

Se due investimenti sono correlati avranno andamenti simili, e determineranno nello stesso frangente rendimenti importanti o perdite forti. Gli investimenti decorrelati, al contrario, avranno comportamenti dissimili e nello stesso portafoglio un titolo di Stato, piuttosto stabile per definizione, potrà bilanciare le perdite dovute al deprezzamento di azioni in cui si è investita una quota di capitale di rischio.

 

Di cosa deve tenere conto un portafoglio d’investimento

Un portafoglio di finanza personale, per chi vuole investire oggi, deve tenere conto di ulteriori variabili strategiche, precedenti la scelta dei prodotti finanziari:

  • gli obiettivi dell’investimento, che possono essere molteplici. Si può infatti investire per difendere il proprio capitale, in tutto o in una sua parte, dalla “fisiologica” erosione dovuta all’inflazione, o perché si ha necessità di ulteriore capitale per investimenti nel settore immobiliare, oppure si ha la necessità di costruire un primo capitale di riferimento per i propri figli
  • l’orizzonte temporale, che corrisponde all’arco di tempo durante il quale un investitore rinuncia ad una quota del proprio capitale destinato all’investimento. Questo arco di tempo può essere breve, medio e lungo e durare rispettivamente 12 mesi, 3 – 7 anni o più di 7 anni. La durata di un investimento è commisurata al rischio, perché se un investimento risulta rischioso è opportuno che l’orizzonte temporale sia lungo, così da poter gestire in modo più agevole le fluttuazioni del mercato
  • il profilo di rischio cui si appartiene. Si tratta di un aspetto psicologico individuale, divisibile in quattro soglie di tolleranza che può essere bassa, media, sopra la media ed elevata. A queste quattro soglie di tolleranza corrispondono perdite minime, perdite annue fino al 15% del capitale investito, fino al 25% annuo e, infine, oltre il 25% annuo.

 

Come costruire un portafoglio finanziario?

Ci sono alcuni passaggi obbligati, di cui tenere conto, per la costruzione di un portafoglio finanziario, e possono essere analizzati nel dettaglio.

Cosa fare Descrizione
Definire gli obiettivi finanziari Individuare ciò che si desidera ottenere con gli investimenti, come la crescita del capitale, il reddito passivo, la protezione del patrimonio o la pianificazione per la pensione. Gli obiettivi fungono da guida nella scelta degli strumenti finanziari più adatti.
Valutare il profilo di rischio Analizzare la tolleranza al rischio, tenendo conto di fattori come età, reddito, orizzonte temporale e grado di comfort rispetto alla volatilità. Un giovane investitore tenderà a preferire portafogli più aggressivi, mentre chi è vicino alla pensione opterà per un approccio conservativo.
Determinare l’orizzonte temporale Identificare la durata dell’investimento. Obiettivi a breve termine richiedono strumenti liquidi e stabili, mentre per obiettivi a lungo termine si può assumere un rischio maggiore per ottenere rendimenti più alti.
Diversificare il portafoglio Ripartire il capitale tra diverse classi di asset, come azioni, obbligazioni, ETF, immobili e criptovalute. Una buona diversificazione riduce il rischio e stabilizza i rendimenti complessivi.
Scegliere gli strumenti giusti Individuare gli strumenti finanziari in base agli obiettivi e al livello di rischio accettabile. Per un portafoglio bilanciato, combinare strumenti come ETF globali, azioni di aziende consolidate e obbligazioni governative.
Monitorare e ribilanciare periodicamente Controllare regolarmente l’andamento del portafoglio per verificare l’allineamento agli obiettivi iniziali. Ribilanciare, se necessario, per mantenere l’equilibrio tra le diverse classi di asset.

 

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Gestione passiva e gestione attiva di un portafoglio finanziario

La gestione passiva e la gestione attiva di un portafoglio finanziario rappresentano due approcci distinti all’investimento, ciascuno con caratteristiche, vantaggi e limiti specifici.

Gestione Descrizione
Gestione Passiva La gestione passiva mira a replicare l’andamento di un mercato o di un indice, senza cercare di sovraperformarlo. Gli strumenti più comuni sono gli ETF e i fondi indicizzati, che seguono indici come l’S&P 500 o il FTSE MIB. Questo approccio è caratterizzato da:

  • Bassi costi di gestione
  • Semplicità
  • Trasparenza

Si basa sull’idea che i mercati siano efficienti, rendendo difficile batterli costantemente nel tempo. La gestione passiva è ideale per investitori che cercano:

  • Una strategia a lungo termine
  • Rischio contenuto
  • Esposizione diversificata

Va detto come questo tipo di gestione non protegge il portafoglio da perdite durante fasi di mercato negative.

Gestione Attiva La gestione attiva punta a battere il mercato attraverso decisioni di investimento basate su analisi approfondite e strategie mirate. I gestori attivi:

  • Selezionano specifici titoli o settori
  • Si adattano rapidamente ai cambiamenti del mercato

Questo approccio può offrire rendimenti superiori in condizioni di mercato favorevoli, ma comporta:

  • Costi di gestione più elevati
  • Rischio maggiore

Il successo dipende fortemente dalle competenze del gestore. La gestione attiva è indicata per investitori disposti ad accettare costi e rischi superiori per ottenere potenziali guadagni maggiori.

 

Per gli investitori che si trovano alla prima esperienza è consigliabile rivolgersi ad un consulente finanziario.

 

Costruzione di un portafoglio finanziario

Il portafoglio finanziario ideale è composto dai prodotti finanziari più adatti ai propri obiettivi. Le due componenti utili alla sua costruzione sono:

  • l’asset allocation, ovvero il processo grazie al quale l’investitore, o il consulente finanziario, decidono le percentuali di capitale destinate alle diverse tipologie di investimento, con il fine di minimizzare i rischi e massimizzare i profitti. Le classi di investimento sono quattro. Le azioni, le obbligazioni, la liquidità e gli immobili
  • l’asset class, ovvero la definizione in gruppi dei differenti tipi di investimenti finanziari secondo criteri di specificità e di similitudine di performance sul mercato.

 

Un portafoglio investimenti secondo la teoria di Browne

Tra le differenti teorie volte alla costruzione del portafoglio perfetto, che performi con buoni margini di rendimento nel corso del tempo, viene indicata la teoria di Browne, che prende il nome del suo ideatore, Harry Browne, analista finanziario e politico di origini statunitensi.

Secondo la teoria di Browne il cosiddetto permanent portfolio, che dovrebbe garantire rendimenti nel tempo, va suddiviso come segue:

  • un 25% del capitale va investito in azioni
  • un 25% è destinato all’oro
  • il restante 50% va diviso equamente in titoli governativi a breve e a lungo termine.

Una suddivisione tuttora valida, che sembra privilegiare la massima diversificazione.
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