Investire 30000 euro nel 2024 vuol dire impegnare parte del proprio capitale nelle possibilità che il mercato azionario o i conti deposito, per esempio, danno a disposizione. Esistono tuttavia nuove forme di investimento su cui puntare, come il crowdfunding.
Investire 30000 euro oggi, perché
Che si trattino di un capitale destinato inizialmente al risparmio nel corso degli anni, che arrivino dalla vendita di un immobile o da una liquidazione, 30000 euro rappresentano una valida possibilità di investimento per il privato.
Di certo 30000 non possono essere considerati un grande capitale in termini assoluti, ma allo stesso tempo sono una somma già abbastanza lontana da investimenti entry level. Una somma che può dare all’investitore una buona libertà di movimento nella composizione del portafoglio di investimento.
A patto di disporre di una consulenza finanziaria o, come sarà approfondito nel dettaglio, affidarsi alla possibilità che il comparto digitale sta offrendo a chi vuole investire importi più contenuti, come ad esempio 10000 euro.
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Investire 30000 euro con il giusto profilo di rischio
Chiunque volesse scegliere di investire del capitale di rischio, e fosse eventualmente digiuno di forma di investimento attualmente possibile, ha senza dubbio bisogno di iniziare dal primo step, fondamentale: conoscere il proprio profilo di rischio.
Prima di investire allora, ogni investitore dovrebbe avere un proprio piano d’investimento, ritagliato su misura in base a tre aspetti fondamentali, che compongono il profilo d’investitore:
- tolleranza al rischio
- obiettivi dell’investimento
- orizzonte temporale.
Investire in un bene rifugio o investire in azioni, per indicare due possibilità, comporta comunque una quota di rischio che l’investitore dovrebbe essere in grado di tollerare. Una giornata di forti perdite nel mercato azionario potrebbe infatti indurre un investitore alla vendita, con una perdita di parte del capitale investito, se non dell’intero capitale.
Esistono tre soglie di tolleranza:
- tolleranza bassa per perdite annue fino al 5% del capitale investito
- tolleranza media con perdite annue comprese tra 6% e 15%
- tolleranza alta quando le perdite oscillano tra 16% e 25%.
L’orizzonte temporale è la seconda componente del profilo di un investitore. Nei mercati finanziari, ad esempio, si tende a strutturare portafoglio e strategia sul lungo periodo, laddove altre forme d’investimento come l’equity crowdfunding prevedono periodi medi e anche brevi.
Gli obiettivi d’investimento vanno accordati in base al breve, medio e lungo periodo. Un arco temporale di due anni dà rendimenti solitamente bassi, che non permettono di creare una fonte di reddito dal capitale investito. Tuttalpiù, un guadagno extra.
Quali possibilità di investimento
Quale forma d’investimento adottare? In base alla quota di rischio che si è capaci di tollerare, nel 2022 è possibile investire attraverso diversi strumenti finanziari, che presentano un proprio grado di rischio cui corrisponde un analogo tasso di rendimento.
Con rendimento crescente, nel 2022 è possibile investire 30.000 euro in:
- conti deposito
- risparmio gestito
- titoli di Stato
- fondi di investimento
- materie prime
- azioni
- crowdfunding.
Investire in conti deposito
I conti deposito rappresentano una prima possibilità di investimento. Sono una tipologia di contratto bancario che presenta analogie con il conto corrente, ma con una importante differenza: ha una operatività che risulta limitata alle operazioni di versamento e prelievo, e richiede inoltre un conto d’appoggio essenziale per le operazioni di versamento e di prelievo.
Con un conto deposito quindi non è possibile svolgere altre operazioni tipiche di un conto corrente. Operazioni quali bonifici verso altri conti, il pagamento degli assegni, il prelievo attraverso il bancomat o per mezzo della carta di credito. Altra specifica dei conti deposito è l’orizzonte temporale limitato. I conti deposito infatti vengono adoperati per investimenti a breve termine.
Il conto deposito può essere di due tipi: vincolato oppure non vincolato. Quando vincolato, un conto deposito non prevede il prelievo dei propri risparmi entro un arco di tempo compreso tra 1 mese e 72 mesi. Quando non è vincolato, l’investitore ha la possibilità di prelevare parte o tutta la somma depositata in qualsiasi momento, scontando questa libertà di prelievo con tassi di rendimento inferiori rispetto al conto deposito vincolato.
I tassi di rendimento si aggirano mediamente intorno all’1%. Gli interessi percepiti hanno poi una tassazione pari al 26%, come le rendite finanziarie, e ci sono altre imposte aggiuntive come l’imposta di bollo. Fino ai 100.000 euro di investimento è prevista la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.
Investimenti a risparmio gestito
Il risparmio gestito è una seconda possibilità di investire 30000 euro che, il più delle volte, viene proposta direttamente dalla propria banca o dal proprio assicuratore. A gestire i risparmi può essere anche una SGR, ovvero una società di gestione.
È l’intermediario che si incarica della costruzione del portafoglio di investimento, che in base al mandato avuto dall’investitore è un portafoglio con livello di rischio basso, o al contrario elevato, e con una modalità di gestione che può essere passiva oppure attiva. L’intermediario recepisce una commissione rispetto alle attività svolte.
Tra i prodotti ricompresi nel risparmio gestito si possono indicare:
- i fondi comuni di investimento
- gli ETF, Exchange Traded Fund, fondi di investimento che sono negoziati in Borsa, come accade con le azioni
- fondi pensione, che prevedono versamenti su base periodica da parte dei sottoscrittori, durante la vita lavorativa, così da costituire una rendita economica al momento del pensionamento o nel tempo concordato
- le polizze vita.
I titoli di Stato
Per l’investitore che fosse interessato a investire con garanzie, evitando quindi la volatilità del mercato azionario e allo stesso tempo rinunciando a rendimenti più rischiosi anche se potenzialmente più remunerativi, i titoli di Stato sono una strada percorribile con capitale di 30000 euro.
Il titolo di Stato è una specifica forma di obbligazione. L’obbligazione, chiamata in inglese bond, è un titolo che, una volta acquistato, conferisce il diritto di ricevere:
- il rimborso del capitale o più in generale della somma versata
- una remunerazione che prende il nome di cedola, a titolo di interesse.
Nel caso dei titoli di Stato, l’emissione avviene su base periodica da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In questo modo il debito pubblico, e nel caso il deficit pubblico, possono essere coperti.
Il titolo di Stato è una forma garantita di investimento perché alla scadenza dell’obbligazione lo Stato o la società che hanno emesso i titoli rimborseranno il capitale che è stato ricevuto, certamente insieme alla cedola, ovvero l’interesse che nel frattempo è maturato.
I rendimenti dei titoli di Stato si assestano appena sotto l’1%. I Buoni del Tesoro Poliennali invece permettono una soglia d’interesse che oscilla tra 2% e 4%.
I fondi di investimento
I fondi di investimento sono un tipo specifico di risparmio gestito. in termini molto diretti, possono essere considerati come salvadanai che raccolgono capitale tanto da piccoli investitori quanto da grandi investitori. Il fondo viene poi curato da una società di gestione degli investimenti.
Al gestore del fondo spetta prendere decisioni in merito alla destinazione da imprimere al capitale di investimento. Gli investimenti possono riguardare immobili, azioni, obbligazioni oppure liquidità. Fondamentale che il rischio di investimento sia ripartito nelle diverse modalità di investimento:
-
- fondi azionari, che permettono di ridurre i rischi nell’investimento attraverso i fondi. Il gestore intercetta una serie di differenti azioni societarie così da svincolare l’investimento dalla performance di una sola società
- fondi obbligazionari, usati per ricavare stabilità e diversificazione. I fondi obbligazionari sono diversi e possono essere titoli di Stato, ad esempio, oppure obbligazioni societarie a scadenza breve o scadenza più lunga
- fondi monetari e di liquidità caratterizzati dal breve termine degli investimenti in titoli monetari. Depositare capitali in fondi monetari permette all’investitore di avere dei tassi di interesse più alti rispetto ai tassi di investimenti svolti in via esclusivamente privata, e non attraverso un fondo
- fondi immobiliari, suddivisi in fondi immobiliari che investono direttamente nel mattone, e fondi di società immobiliari, che investono azionariamente in società che operano nel mercato immobiliare. Questi fondi danno la possibilità di distribuire redditi regolari o, diversamente, permettono il reinvestimento per una prospettiva di crescita a lungo termine.
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Investimenti in materie prime
L’avvio del 2022 ha visto gli investimenti in materie prime al centro dell’attenzione di mercati e investitori, soprattutto a causa della situazione internazionale. Le cosiddette commodity, termine inglese che indica le materie prime, sono essenzialmente beni fungibili, beni che possono essere sostituiti con relativa facilità con altri beni simili oppure coincidenti. I beni che vengono prodotti in serie sono beni fungibili, così come i beni di prima necessità e i beni agricoli.
Tra i possibili investimenti nelle materie prime si segnalano:
- gli ETC, Exchange traded commodity, strumenti finanziari emessi sulla base di un investimento diretto, da parte dell’emittente, o sulle materie prime oppure su contratti che derivano dalle materie prime. Al pari delle azioni, sono oggetto di negoziazione in borsa
- i contratti future, ovvero contratti derivati. L’aggettivo “derivato” indica come questi tipi di contratti “derivino” il loro valore sull’andamento del valore di una specifica attività sottostante
- le azioni di società che operano nella produzione, estrazione, commercio di materie prime.
Le tipologie di materie prime sono in realtà molte:
- ambientali o agricole, come semi, frutta, grano, legno, soia
- di origine animale come latte, carni, seta, pelli
- gassose o liquide, idrogeno, ossigeno, acqua
- rare come rame, titanio e litio.
Investire in azioni
L’investimento in azioni è una pratica che consiste nell’acquisto di una parte di società o di azienda che è quotata in borsa. L’obiettivo di questo investimento è la possibilità di trarre profitto nel momento in cui si verifica una salita del prezzo delle azioni sul mercato azionario. E nel caso in cui l’azienda di cui sono state acquistate delle quote in azioni dovesse produrre utili, ecco che l’investitore riceverebbe dei dividendi.
Gli investitori che acquistano azioni hanno due possibilità di guadagno effettive:
- con i dividendi distribuiti su base semestrale
- rivendendo l’azione, o il pacchetto di azioni, nel momento in cui il valore fosse aumentato rispetto al costo d’acquisto.
L’acquisto e la vendita delle azioni possono avvenire attraverso un istituto di credito, una piattaforma digitale, oppure grazie a un broker, un professionista dell’investimento finanziario che ha bisogno di essere regolamentato e autorizzato da un ente di regolamentazione che abbia sede in uno dei Paesi europei.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, l’ente più autorevole è la cipriota CySEC, Cyprus Securities and Exchange Commission. Per quanto poi riguarda l’Italia, per poter operare il broker ha bisogno di una ulteriore autorizzazione da parte della Consob, che si occupa della loro registrazione.
Le azioni hanno un valore che può dipendere dal valore della società stessa oppure dalla prospettiva di cresta e di profitto che la società dimostra di avere. Le azioni si dividono infine in ordinarie, con diritto di voto in assemblea, e di risparmio, che non permettono il voto in assemblea.
Investire 30.000 con l’equity crowdfunding
Un capitale d’investimento di 30000 euro è una somma particolarmente interessante da investire attraverso il crowdfunding, una modalità di finanziamento dal basso, o di finanziamento della folla, che permette di entrare nel circuito delle start up innovative e delle PMI (Piccole Medie Imprese) ad alto tasso di crescita.
Questo tipo di microfinanziamento collettivo è poi da porre nel contesto della sharing economy. Il crowdfunding si specifica in alcune modalità. Esistono infatti:
- il reward-based crowdfunding, con cui l’investitore ottiene, a seconda del capitale impiegato, una ricompensa
- il donation-based crowdfunding, che non determina alcun introito per l’investitore, che in questo investimento è mosso dall’interesse personale rispetto al progetto che finanzia, come accade con i finanziamenti per le associazioni non governative
- il lending crowdfunding, per mezzo del quale persone fisiche o persone giuridiche effettuano un prestito vicendevole di fondi, stabilendo un tasso di interesse.
Con l’equity crowdfunding, poi, è possibile finanziare delle società che non sono quotate in borsa. Segnatamente si tratta di realtà imprenditoriali innovative e ad alto potenziale di crescita. L’equity crowdfunding prevede che ci sia un investitore, una piattaforma digitale approvata dalla CONSOB e in terza battuta è fondamentale che ci siano delle campagne di raccolta di capitale. L’investitore, attraverso la piattaforma digitale, ha infine la possibilità di operare il proprio investimento.
Dove investire con l’equity crowdfunding
Investire nell’equity crowdfunding conferisce la possibilità di partecipazione al board amministrativo e alle scelte strategiche della realtà innovativa in cui si è investito. Senza dimenticare che, ultimata la campagna di finanziamento e in presenza di utili, l’investitore avrà diritto alla maturata quota di interessi.
Le nicchie più profittevoli e sicuramente più attrattive per investimenti basati sul crowdfunding sono il turismo, il settore green e l’agribusiness, la tecnologia dell’informazione.
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