Gli investimenti possono essere utilizzati come strumento di risparmio nel 2025. Sia per obiettivi di difesa dei risparmi rispetto all’inflazione, sia per piccoli obiettivi finanziari. A patto di conoscere i giusti prodotti finanziari, come conti deposito, PAC, Buoni Fruttiferi.
Perché puntare sugli investimenti risparmio nel 2025?
Nel Bollettino Economico n.4 del 2024, la Banca d’Italia indica un’inflazione pari all’1,1% per il 2024, con una previsione dell’1,6% sia per il 2025 che per il 2026. Queste previsioni si inseriscono in un quadro globale nel quale l’economia sta attraversando un periodo di relativa stagnazione. I dati provvisori dell’ottobre 2024 dell’ISTAT parlano di un aumento dell’indice nazionale dei prezzi al consumo dello 0,9% su base annua. Si può quindi affermare che l’inflazione stia allentando la presa, un dato relativamente rassicurante insieme ai tagli del costo del denaro avviati dalla BCE; attualmente si è al terzo taglio consecutivo di 25 punti.
In un simile contesto, puntare sugli investimenti risparmio con un occhio al 2025 significa salvaguardare il proprio denaro, e il suo potere d’acquisto, da possibili scenari che richiedono attenzione. Sempre l’ISTAT prevede una crescita del PIL italiano non superiore all’1% per il 2025.
Gli investimenti risparmio permettono di:
- difendere i propri risparmi dall’inflazione, investendo in prodotti finanziari che offrono rendimenti superiori all’inflazione
- ottenere un risparmio finalizzato a obiettivi specifici, come l’acquisto di una casa o la creazione di un fondo pensionistico, per avere stabilità e sicurezza nel lungo periodo
- costruire un fondo d’emergenza. Strumenti liquidi e sicuri, come i conti deposito o i buoni fruttiferi, possono garantire accesso immediato ai fondi in caso di imprevisti.
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Prodotti finanziari per gli investimenti risparmio
Esistono diversi prodotti finanziari che permettono di investire avendo come obiettivo principale il risparmio, o la salvaguardia dei propri risparmi. Si tratta di asset adatti per chi ha un basso profilo di rischio e non punta al guadagno, ma preferisce investimenti difensivi del proprio capitale.
Gli strumenti finanziari in questione sono:
- Buoni fruttiferi
- Conti deposito
- Piani di accumulo
- Fondi comuni.
Buoni Fruttiferi Postali
I buoni fruttiferi postali (BFP) sono strumenti di risparmio garantiti dallo Stato italiano ed emessi da Poste Italiane. Sono ideali per chi cerca sicurezza e rendimenti stabili senza rischi particolari. Non richiedono costi di sottoscrizione o gestione e il capitale investito è sempre rimborsabile.
L’importo minimo di investimento è generalmente di 50 euro, e per questa ragione sono accessibili anche per chi vuole risparmiare investendo con piccole somme.
I rendimenti variano in base alla durata dell’investimento e al tipo di buono scelto (ordinario, indicizzato all’inflazione, per minorenni). Ad esempio, i BFP ordinari possono offrire un tasso annuo netto intorno all’1%, -2% per durate più lunghe, fino ai 10, 20 anni.
Questi strumenti sono ideali per chi ha un orizzonte temporale medio-lungo e cerca protezione del capitale con un minimo rendimento garantito. Sono anche una scelta interessante per costruire risparmi graduali o per chi intende diversificare senza esposizione al mercato azionario.
Risparmiare investendo in Conti Deposito
Anche i conti deposito sono strumenti bancari pensati per chi vuole far fruttare il proprio denaro in modo sicuro. Si tratta di conti vincolati o non vincolati, in cui il capitale depositato genera interessi. Le somme vincolate per un periodo predefinito (3 mesi, 1 anno, 3 anni) offrono rendimenti più alti rispetto ai conti non vincolati.
L’investimento minimo varia tra 1.000 e 5.000 euro, a seconda della banca. I tassi di interesse medi si aggirano intorno all’1%, 4% annuo lordo, con picchi maggiori per vincoli a lungo termine. I conti deposito sono coperti dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (fino a 100.000 euro), e garantiscono pertanto un’elevata sicurezza.
Per ottenere i tassi più alti è comunque necessario accettare il vincolo del capitale per un determinato periodo.
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I Piani di Accumulo Capitale (PAC)
I PAC sono piani di investimento che consentono di accumulare capitale in modo progressivo, investendo somme regolari in strumenti finanziari, spesso fondi comuni o ETF. Questa modalità aiuta a mitigare i rischi legati alla volatilità dei mercati, grazie alla strategia del “dollar-cost averaging”, che consente di acquistare più quote quando i prezzi sono bassi.
L’importo minimo di ogni versamento è generalmente di 50, 100 euro al mese; i PAC sono quindi accessibili anche per chi vuole risparmiare piccoli importi. I rendimenti medi variano in base agli strumenti scelti: un PAC basato su fondi azionari può rendere tra il 5-8% annuo nel lungo periodo, mentre fondi obbligazionari offrono rendimenti più modesti, tra il 2-4% su base annua.
Questo strumento è più adatto per chi ha un orizzonte temporale medio-lungo, 5 – 10 anni o più, ed è alla ricerca di un approccio disciplinato e sostenibile per costruire un capitale nel tempo, pur accettando un profilo di rischio moderato o alto.
Investire in fondi comuni di investimento per risparmiare
I fondi comuni sono strumenti finanziari che raccolgono il denaro di più investitori per investirlo in un portafoglio diversificato di titoli, che può essere composto da azioni oppure obbligazioni, ad esempio. Sono gestiti da società di gestione del risparmio (SGR) che applicano una strategia di investimento professionale.
Gli investimenti minimi partono generalmente da 1.000-5.000 euro, ma esistono fondi accessibili anche con cifre inferiori, soprattutto se sottoscritti tramite un PAC. I rendimenti dipendono dal tipo di fondo: i fondi azionari possono offrire un ritorno medio del 5-10% annuo, mentre i fondi obbligazionari o bilanciati rendono tra il 2-6% annuo.
Con i fondi comuni è possibile diversificare il proprio investimento senza la necessità di gestire direttamente un portafoglio. Hanno comunque dei costi di gestione, ovvero spese annue tra lo 0,5-2%, che possono ridurre i rendimenti netti, e richiedono una tolleranza al rischio più variabile.
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