Investire i propri risparmi in Buoni fruttiferi postali è una delle pratiche più consolidate nelle scelte dei risparmiatori italiani. Si tratta di investimenti sicuri, ed è lecito domandarsi quanto si può guadagnare senza assumersi alcun rischio. Cerchiamo allora di fare chiarezza.
Cosa sono i Buoni fruttiferi postali?
I buoni fruttiferi postali (Bfp) sono uno specifico tipo di titoli che assicurano la restituzione del capitale sottoscritto insieme agli interessi maturati. Sono una forma di risparmio postale, uno strumento di investimento, e sono emessi da Cassa Depositi e prestiti. Si tratta di una società controllata dallo Stato, i Bfp sono pertanto garantiti dallo Stato italiano.
Si tratta di uno dei modi più sicuri di investire i propri risparmi e, anticipiamo fin da ora, non determinano rendimenti particolarmente elevati, spesso sono utilizzati come bilanciamento in un contesto di diversificazione degli investimenti, e sono scelti da parte di chi ha un profilo di rischio basso.
Come funzionano i Bfp?
Il funzionamento di questi strumenti è piuttosto semplice. Si inizia con la sottoscrizione della somma di denaro, e su questa somma maturano interessi su base temporale periodica. Il sottoscrittore può comunque chiedere la restituzione del capitale in qualsiasi momento. L’importante è sapere che gli interessi dei Bfp maturano dopo un arco di tempo correlato alla tipologia di Bfp scelto.
Il rimborso del buono postale sottoscritto è sempre garantito, così come è garantito il rendimento, al netto della tassazione. Un vantaggio dei Bfp risiede nella loro impermeabilità alle oscillazioni di mercato, è per questa ragione che quando avviene la richiesta del rimborso del capitale sottoscritto, viene restituito l’intero capitale versato.
Quali sono le spese dei Buoni fruttiferi postali?
I Buoni fruttiferi postali possono essere acquistati presso gli sportelli delle Poste Italiane, e non sono previste spese né commissione al momento dell’acquisto, al netto delle spese fiscali; è prevista solo una quota di iscrizione di 50 euro. Presentano inoltre il vantaggio di una tassazione agevolata, pari al 12,50% e risultano esenti da imposta di successione.
Discorso a parte merita l’imposta di bollo sui Bfp cartacei emessi dopo il 2009 e sui Bfp dematerializzati, che approfondiremo a breve. L’imposta si calcola sul valore nominale di tutti i Bfp che abbiano la stessa intestazione, ma solo qualora il valore effettivo di rimborso, al netto della tassazione, superi in totale 5.000 euro.
L’aliquota si applica a partire dal 2012, e corrisponde a:
- 0,10% per il 2012
- 0,15% per il 2013
- 0,20% per il 2014.
Ogni anno, in data 31 dicembre, si calcola il valore di rimborso del patrimonio in Buoni fruttiferi postali. Quando si superano i 5.000 euro viene calcolata per ogni anno l’imposta, sempre in base al valore nominale di ogni Bfp.
Se in un dato anno il valore di rimborso è inferiore ai 5.000 euro, non è dovuta alcuna imposta per l’anno in questione.
Quanti tipi di Buoni fruttiferi postali ci sono?
Di base, un Buono fruttifero può essere dato:
- in forma cartacea, e acquistabile presso un qualsiasi sportello
- in forma dematerializzata, acquistabile sul sito poste.it o attraverso l’app BancoPosta.
Le tipologie di Buoni, aldilà della forma con cui sono acquistati, possono essere diverse, esistono ad esempio:
- Buono Ordinario, con una durata fino ai 20 anni e un rendimento annuo lordo del 2,50%
- Buono 3 anni Plus, con data di scadenza a 3 anni dalla sottoscrizione e un rendimento lordo annuo dell’1,50%
- Buono 3X2, con data di scadenza a 6 anni dalla sottoscrizione e un rendimento lordo annuo del 2,00%
- Buono 4X4, con un termine massimo di 16 anni e il 3,00% di rendimento lordo annuo.
Buoni fruttiferi e inflazione
L’acquisto di un Buono fruttifero dovrebbe essere effettuato tenendo in considerazione sia l’inflazione che le scelte monetarie della BCE, la Banca Centrale Europea. Sussistono infatti delle condizioni che potrebbero rendere i Buoni fruttiferi più convenienti o meno.
I Buoni fruttiferi possono infatti attirare i piccoli investitori anche grazie alla mancanza di alti rendimenti su titoli considerati sicuri, come ad esempio i titoli di Stato, soprattutto quelli europei. Bisogna pertanto chiedersi se i buoni fruttiferi postali siano una buona alternativa ad altri prodotti finanziari quali le obbligazioni oppure le azioni.
Quando, ad esempio, le politiche monetarie delle banche centrali sono focalizzate sulla lotta all’inflazione, possono favorire i rendimenti offerti da bond sovrani. Va quindi sempre fatta una comparazione dei rendimenti, ed essere consapevoli di tutti quelli che sono i rischi e i principali vantaggi di un determinato prodotto finanziario.
Quanto rendono i Buoni fruttiferi?
I rendimenti dei buoni fruttiferi postali cambiano in base ai diversi tipi sottoscrivibili. Tra gli elementi da valutare: la durata dell’investimento, e di conseguenza i parametri su cui si basano i rendimenti. Tendenzialmente, infatti, i buoni di breve periodo presentano un rendimento nominale più basso. Si pensi che il Buono 3 Anni Plus offre l’1%, percentuale che aumenta all’aumentare della durata.
Per controllare tutte le tipologie e le caratteristiche dei buoni fruttiferi postali è sufficiente andare sul sito di Cassa Depositi e Prestiti. Gli interessi possono essere incassati in base al tipo di Buono fruttifero. I buoni fruttiferi postali ordinari, della durata di 20 anni, pagano gli interessi a partire dal dodicesimo mese dalla sottoscrizione in poi.
Per poter calcolare con facilità il rendimento dei buoni fruttiferi postali che sono già in proprio possesso, Cassa Depositi e Prestiti ha reso accessibile online l’indicatore: basta andare sulla pagina del calcolo dei rendimenti.
Bisogna prestare attenzione sui tempi di richiesta per il rimborso completo. Vi sono buoni che hanno un vincolo temporale di brevissima durata, in alcuni casi si può chiedere il rimborso in qualsiasi momento. Tuttavia vi sono buoni il cui rimborso si può chiedere solo dopo alcuni anni dalla sottoscrizione.
Quali sono i buoni fruttiferi postali che rendono di più?
Ogni categoria di buoni fruttiferi postali presenta specifiche peculiarità e tassi di rendimento variabili, come si è visto in precedenze. Per individuare la soluzione più adatta alle proprie esigenze, è importante non limitarsi a valutare il rendimento annuo lordo, ma considerare anche la durata e la modalità di erogazione degli interessi.
Tra le opzioni disponibili, i Buoni Fruttiferi Postali per minori spiccano per il rendimento massimo, che può raggiungere fino al 4,5% annuo lordo. Questo tipo di investimento è progettato per essere mantenuto per molti anni e riscattato solo al compimento della maggiore età.
Un’altra scelta valida, che offre un tasso di interesse interessante, è il Buono Fruttifero Postale ordinario, che garantisce un rendimento del 3%. Anche in questo caso, la durata è considerevole, dal momento che può estendersi fino a 20 anni.
Se invece si cerca una durata inferiore una scelta opportuna è data dal Buono Fruttifero Postale 3×4, che offre un tasso di interesse fino al 2,75% annuo lordo. Ciò che lo rende interessante è la flessibilità degli interessi accumulati, ottenibili anche se il buono viene rimborsato dopo 3, 6 o 9 anni. Il buono fruttifero 3×4 può essere mantenuto per un periodo massimo di 12 anni. Offrendo quindi un’opzione di investimento a lungo termine.
La Soluzione Eredità rappresenta un’opzione interessante per chi ha concluso con successo le questioni successorie presso Poste e desidera investire i fondi ereditati in un prodotto finanziario con tasso di interesse competitivo. Il rendimento lordo annuo di questo Buono è infatti del 3%.
Buono Fruttifero Postale Plus
Il Buono Fruttifero Postale Plus è una nuova opportunità di investimento a breve termine offerta da Poste Italiane. Questo prodotto finanziario ha una durata di 3 anni, non è cedibile e può essere rimborsato in qualsiasi momento. L’intestatario del buono può essere solo una persona fisica e l’importo minimo per l’investimento è di 50 euro e suoi multipli.
La sottoscrizione del Buono Fruttifero Postale Plus può avvenire online sul sito di Poste Italiane, tramite l’app BancoPosta o presso un ufficio postale, presentando un documento di identità e il codice fiscale.
Questo investimento offre un tasso di rendimento fisso dell’1,5%. Non ci sono costi di gestione e sottoscrizione, eccetto per gli oneri fiscali. Gli interessi generati sono soggetti a una tassazione agevolata del 12,50% e sono esenti da imposta di successione. Inoltre, i Buoni fruttiferi postali con un valore complessivo inferiore a 5.000 euro sono esenti dall’imposta di bollo, mentre per importi superiori si applica l’imposta vigente.
Si può chiedere il rimborso del Buono in qualsiasi momento, entro il termine di prescrizione, ottenendo il capitale investito e gli interessi maturati. Per fare alcuni esempi di rendimenti:
- un Buono da 500 euro raggiunge i 519,99 euro dopo 3 anni
- un Buono da 10.000 euro raggiunge i 10.399,68 euro in 3 anni.
Quanto rendono 10.000 e 50.000 euro in posta?
È possibile avere una presa maggiore, in merito ai rendimenti dei Buoni Fruttiferi, con degli esempi concreti di investimenti.
Se si investono 10.000 euro in un Buono Fruttifero Postale 3 anni Plus con un tasso annuo lordo del 2%, e considerando una tassazione sugli interessi del 12,5%, il calcolo del rendimento netto è il seguente: gli interessi lordi ammontano a 200 euro all’anno, ma dopo l’applicazione della tassazione, il rendimento netto si riduce a 175 euro all’anno.
Un investimento di 50.000 euro in buoni fruttiferi postali genera un rendimento annuo lordo di circa il 2%, corrispondente a 1.000 euro lordi all’anno. Poste Italiane, per fare un confronto, propongono un tasso di interesse dello 0,01% lordo annuo sui conti correnti e del 2% lordo annuo sui Buoni Fruttiferi Postali. Poste Italiane, quindi, remunera notevolmente di più gli investitori nei Buoni Fruttiferi Postali rispetto ai conti correnti, offrendo un rendimento superiore.
Modalità di rimborso dei Buoni fruttiferi
Cosa bisogna fare per avviare il rimborso dei buoni fruttiferi postali, anche quando ci sono Buoni fruttiferi cointestati? Specifichiamo che si parla di rimborso quando il buono viene convertito in denaro contante.
La procedura è semplice. Basta recarsi agli sportelli degli uffici di Poste Italiane con il buono intestato a proprio nome e un documento di identità. Inoltre, qualora si andasse presso lo stesso ufficio postale che ha emesso il buono, il rimborso può essere effettuato all’istante. Se invece ci si reca presso un ufficio postale diverso, possono essere necessari fino a 5 giorni di attesa. Senza considerare che bisogna recarsi presso lo sportello una seconda volta per ottenere il rimborso.
È possibile ritirare il valore corrispondente direttamente in contanti o, in alternativa, versare la somma su un conto corrente postale, purché abbia il medesimo intestatario. Si può inoltre chiedere il rimborso anche sul proprio conto corrente bancario, attraverso la compilazione di un assegno circolare auto intestato.
Nel caso di possesso di Buoni fruttiferi postali cointestati, va prestata attenzione alla cosiddetta clausola CPFR, acronimo che indica la Pari Facoltà di Rimborso. Se presente, ogni intestatario ha facoltà di richiedere il rimborso in modo indipendente. Se invece è assente, tutti gli intestatari devono presentarsi all’ufficio postale per ottenere il rimborso.