Un format basato su elevata marginalità e contenimento dei costi. Questi sono i punti cardine di PoshWash, una catena di lavanderie automatiche che offre macchinari hi-tech e a basso impatto ambientale, nonché una gamma completa di servizi (lavaggio, asciugatura, stiro e sanificazione). La startup innovativa, in particolare, ha ideato un modello che presenta diversi vantaggi:
- Il business non richiede l’impiego di personale e questo consente un significativo risparmio;
- I consumi (il principale costo variabile di questa attività) sono i più bassi sul mercato, di conseguenza il tasso di marginalità risulta elevato;
- Gli unici costi per una lavanderia self-service sono gli affitti, le Utility (Luce-acqua-gas) e i prodotti consumabili (saponi). Le ultime due voci rappresentano costi variabili che aumentano solo in caso di crescita dei ricavi.
Considerando il fatto che PoshWash punta a contrattare canoni di affitto moderati, la somma dei costi può raggiungere il 60-65% dei ricavi; ciò significa un margine (Ebitda margin) intorno al 35-40% per ogni negozio.
Il suo mercato di riferimento a livello globale, secondo Technavio, sfiora attualmente i 61 miliardi di dollari ed è previsto in crescita di ulteriori 13,75 miliardi entro il 2023 (clicca qui per approfondire).
La raccolta dell’emittente, in overfunding, è già arrivata a oltre 432.000 euro grazie a 25 soci, compreso il partner industriale Mentasti, azienda specializzata negli strumenti per il lavaggio professionale.