Come il coronavirus sta cambiando il volto dell’e-commerce

La pandemia di coronavirus sta impattando anche sulle abitudini d’acquisto in tutto il mondo. Secondo un’analisi di eMarketer pubblicata il 14 marzo scorso, negli Stati Uniti, dove attualmente non è in vigore un blocco totale delle attività non essenziali come in Italia, l’e-commerce è destinato a crescere “man mano che i consumatori eviteranno i negozi fisici”. Già i tre quarti (74,6%) degli utenti di Internet hanno dichiarato che probabilmente non si recheranno nei centri commerciali e “oltre la metà eviterebbe i negozi in generale” se la situazione dovesse peggiorare.

Questa tendenza “potrebbe spostare lo shopping quotidiano sui canali digitali”. Lo studio sottolinea che “i cambiamenti nelle abitudini di acquisto online potrebbero diffondersi soprattutto tra i clienti più anziani”, quelli che prima del coronavirus erano meno propensi all’e-commerce. E la metamorfosi potrebbe rivelarsi irreversibile: “Uno spostamento verso lo shopping online tra questa popolazione potrebbe fornire una spinta di breve termine ai venditori, ma a lungo termine, potrebbe anche aumentare le vendite se questi clienti continuano a fare acquisti online dopo che l’epidemia si è placata”.

Sempre secondo eMarketer, una tale impennata della domanda “potrebbe sopraffare i fornitori di servizi logistici e i lavoratori, il che potrebbe richiedere alle aziende di e-commerce di rivisitare le loro strategie di evasione e consegna degli ordini”. Ed è quanto sta già succedendo in Italia, dove il boom degli acquisti online ha messo in seria difficoltà diversi operatori, per esempio nel settore e-grocery. A risentirne sono soprattutto i supermercati online non puri, che non riescono a stare dietro al rapido aumento delle richieste. Vanno meglio i supermercati online puri, come Tulips (in raccolta su CrowdFundMe), che grazie a un modello pensato solo ed esclusivamente per l’e-commerce vedono aumentare i ricavi e, pur con le difficoltà del momento, reggono meglio all’impennata degli ordini. Tra le aziende che invece stanno riconvertendo il proprio business c’è un’emittente che ha già chiuso una campagna di successo, ovvero OFFlunch, il servizio di food delivery pensato per la pausa pranzo in ufficio e che ora viene ripensato per lo smart working (clicca qui per leggere l’approfondimento del Sole 24 Ore).

Già prima del coronavirus, comunque, l’e-commerce era un settore in forte crescita a livello globale. Facendo uno zoom sull’e-grocery negli Stati Uniti, possiamo evidenziare alcuni fattori chiave grazie a un report di Business Insider pubblicato a dicembre 2019:

Online Grocery 4x3

Il trend di sviluppo vale anche per l’Italia. L’anno scorso, secondo i dati dell’Osservatorio eCommerce, il settore ha registrato un giro d’affari da 480 milioni di euro, pari a una crescita del 45% sul 2018 .

 

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