Gli utili sono un indicatore dello stato di salute di una società. Come sono definiti a norma di legge? E come sono calcolati? Le risposte in questo articolo.
Cosa sono gli utili aziendali?
Dal punto di vista dell’economia aziendale l’utile rappresenta la differenza tra i ricavi e i costi sostenuti da una impresa. Non è detto che questa differenza sia sempre e comunque positiva, dal momento che può dare come risultato una cifra di segno negativo.
Si possono dare allora due condizioni:
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- profitto, definibile anche come avanzo oppure surplus, quando la differenza tra ricavi e costi è di segno positivo
- perdita, chiamata anche disavanzo oppure deficit, quando la differenza tra ricavi e costi è di segno negativo.
Si tratta di termini importanti, per chi vuole tentare la strada di una partecipazione societaria, diversificando il portafoglio di investimenti, e tentando ad esempio la strada di investimenti ad alto rendimento.
L’utile come obbligo giuridico
L’utile va rilevato su base periodica. Si parla, nello specifico, di esercizio di bilancio per riferirsi al termine del periodo in cui viene redatto il bilancio, così da poter rilevare il profitto o la perdita aziendale.
In termini più esatti si dovrebbe quindi parlare di utile d’esercizio, inteso differenza tra ricavi e costi, una differenza riferibile ad un dato arco di tempo. In questa ottica l’utile può essere definito come l’incremento del patrimonio aziendale ottenuto per mezzo della gestione durante l’esercizio.
Accantonamenti a riserve
Secondo l’art. 2430 del Codice Civile, l’integrità del capitale di una società deve essere salvaguardata attraverso la cosiddetta riserva legale, definibile come un accantonamento contabile di utili. In questo modo, nella evenienza di una perdita, le società non rischiano di consumare il proprio patrimonio.
La riserva legale, vincolata ad assoluta indisponibilità sia da parte dei soci sia da parte degli amministratori della società, è presente nello stato patrimoniale. La quota di riserva legale non deve essere inferiore ad un ventesimo rispetto agli utili, fino al raggiungimento del quinto rispetto al capitale sociale.
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Che differenza c’è tra utile e fatturato?
Può essere utile specificare che l’utile di una azienda e il suo fatturato, che all’apparenza sembrano essere simili, rappresentano due valori ben diversi per una impresa.
Il fatturato è ottenuto dalla somma dei ricavi, che sono avvenuti con la vendita da parte dell’azienda dei propri prodotti e servizi. Ricavi, si specifica, registrati con fattura per il pagamento dell’IVA. L’utile, si ricorda, è invece determinato dalla differenza tra quanto è stato fatturato e i costi sostenuti dall’impresa.
Come sono tassati gli utili d’impresa nelle società di persone
Fermo restando che ci sono realtà quali PMI e startup che godono di un regime fiscale agevolato, l’utile va comunque considerato soggetto a imposizione fiscale. E, certamente, la tassazione degli utili varia in base al variare del tipo di società.
Per quanto riguarda le società di persone, va inizialmente fatta una distinzione tra:
- società di persone commerciali, ovvero SNC, società in nome collettivo, e SAS, società in accomandita semplice
- società di persone non commerciali, il cui reddito è equiparato alle specifiche categorie di reddito, come può essere il lavoro autonomo o i redditi fondiari.
Le società di persone, quindi, non versano IRES, ovvero l’imposta sui redditi societari, né IRE, l’imposta sul reddito. La tassazione, per trasparenza, avviene quindi all’interno della dichiarazione dei redditi del socio della società di persone e, su una base imponibile del 58,14% viene applicata un’IRPEF, l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
L’attuale legge prevede quattro scaglioni IRPEF in base a specifiche soglie di utili di impresa:
- 23% fino a 15.000 euro
- 25% fino a 28.000 euro
- 35% fino a 50.000 euro
- 43% per utili superiori ai 50.000 euro.
Tassazione degli utili di una S.r.l.
Nel caso di una S.r.l. si ha inizialmente una tassazione degli utili con:
- IRES, ovvero l’imposta sul reddito delle società, pari al 27,5%
- IRAP, l’imposta regionale sulle attività produttive, che ammonta al 3,9%.
Gli utili di una S.r.l. hanno quindi una tassazione IRAP e IRES del 31,4%. A questo punto va calcolata la tassazione riferibile ai soci. La tassazione varia in base alla tipologia di partecipazione da parte dei soci.
La partecipazione può essere:
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- non qualificata, con un importo sul capitale aziendale inferiore al 25%, viene applicata una imposta sostitutiva del 12,5% sulla quota di partecipazione. Nella dichiarazione dei redditi non va inserito alcun valore
- qualificata, con una partecipazione sul capitale aziendale superiore al 25%. L’utile percepito dal socio va sommato al reddito complessivo nella percentuale del 49,72%. Va poi verificata l’aliquota IRPEF su cui pagare l’imposta.