Dopo i primi anni di attività del settore dell’equity crowdfunding in Italia, iniziano a farsi più numerosi i casi di secondi round di raccolta di capitali. E aggiungo: finalmente!
Le campagne di raccolta in equity crowdfunding successive alla prima sono un segnale di crescita e di fiducia: le aziende che selezioniamo attentamente dimostrano di mantenere le promesse e sviluppano il loro business e si fidano di CrowdFundMe come partner per alimentare la loro espansione. Come vedremo in seguito, inoltre, i secondi round ci permettono di dimostrare la nostra competenza nel selezionare le aziende e il valore aggiunto che possiamo dare alle aziende: arriviamo a fare un secondo round perché probabilmente la crescita è arrivata anche grazie al fatto che le nostre campagne di equity crowdfunding sono una leva di marketing molto efficace, oltre che strumento di raccolta.
I secondi round sono anche una opportunità per i soci, i quali vedono il proprio investimento valorizzarsi: infatti, è essenziale che il secondo round sia fatto a una valutazione superiore a quella della campagna precedente. Deve essere una crescita di valore reale, basata sull’incremento della performance economica della società – in primis in termini di fatturato – grazie agli investimenti fatti con il capitale raccolto nel primo round. La società quindi dimostra che ha saputo gestire i capitali raccolti, generando valoreper i suoi soci. Al momento di un secondo round, perciò, il modello di business della società deve essere stato validato: i risultati positivi ottenuti dopo la prima campagna dimostrano il potenziale del mercato di riferimento, l’apprezzamento da parte dei clienti target per il prodotto o per il servizio offerto, la validità del team e la sua capacità di realizzare quanto pianificato, ossia l’execution: l’unico vero segreto per trasformare una buona idea in una azienda che fa profitti.
Una lodevole iniziativa aiuterà l’investitore ad avere un termine di paragone per valutare la performance dei propri investimenti in portafoglio: l’ Osservatorio Crowd Investing del Politecnico di Milano, guidato dal Prof. Giancarlo Giudici, ha iniziato a sviluppare Italian Equity Crowdfunding Index, l’indice di valorizzazione delle quote delle aziende che si finanziano con l’equity crowdfunding.
I paragrafi precedenti valgono anche come introduzione al fatto che il secondo round non è per tutti. Concludere con successo una prima campagna di raccolta non dà automaticamente “diritto” a realizzare altri round: in CrowdFundMe effettuiamo un attento screening anche per i round successivi. Non basta aver incrementato il valore della società. Tra le altre cose, per esempio, analizziamo le motivazioni per cui ricorrere ancora all’equity crowdfunding: come verrà investito il capitale raccolto? Per raggiungere rapidamente nuovi mercati? per lanciare un nuovo prodotto dopo i primi successi? Il capitale proveniente dalla nuova campagna deve essere utilizzato per creare nuovo, ulteriore valore.
Infatti, una volta sistemate le fondamenta del business, la seconda campagna di raccolta serve per espandere il business il più velocemente possibile. Si può parlare quindi di fase di scale-up. Un caso di successo di cui andiamo fieri è winelivery, la cui valutazione in occasione della seconda campagna su CrowdFundMe, a soli sei mesi della prima, è aumentata di due volte e mezzo: le nuove risorse raccolte verranno usate per poter lanciare il proprio servizio in nuove città italiane e all’estero.
I secondi round inoltre validano CrowdFundMe come strumento efficace di raccolta di capitali e fonte di visibilità per l’azienda. Nessuna società è obbligata a fare nuove raccolte sulla stessa piattaforma dove si è svolta la prima. Questo significa che anche CrowdFundMe deve meritarsi la fiducia delle società. Siamo già i leader di mercato per numero di campagne chiuse con successo, faremo di tutto per diventare primi anche per numero di round successivi chiusi con successo!
Ecco perché amiamo il secondo round: ci permette di continuare a raccontare una storia di crescita “certificata” in quanto le società devono dimostrarci con dati analitici che vi è una crescita reale, a partire dal fatturato.
Sul nostro portale è sempre chiaramente esplicitato che l’investimento tramite equity crowdfunding è rischioso, ed è noto che il “tasso di mortalità” dei progetti in fase di start-up è alto: i round successivi sono quindi una prova tangibile che chi è bravo ce la fa e con essi possiamo offrire dati empirici sulla crescita della società, su quella di CrowdFundMe e anche dell’investimento di chi ha creduto in entrambe.
Proprio come dice il nostro motto: innovare, investire, crescere.