Il conto corrente è uno strumento utilizzato per sostenere le spese di tutti i giorni e organizzare le proprie finanze, con possibilità di collegare carte di debito e di credito. Il conto deposito è invece a gestione limitata, ma riconosce un interesse superiore
Tutti abbiamo un conto corrente, ossia quello strumento su cui depositiamo i nostri soldi e che ci dà la possibilità di fare bonifici, prelievi e versamenti senza limiti (entro la disponibilità del saldo presente sul conto). Inoltre, tale conto consente di aggiungere strumenti di pagamento, come le carte di credito o di debito e gli assegni.
E proprio nell’operatività e nei servizi riscontriamo le principali differenze con un conto deposito. Quest’ultimo, in parole semplici, è un deposito a risparmio che generalmente permette solo operazioni semplici, come versamenti e prelievi. Non si può invece disporre di un libretto degli assegni correlato al conto deposito e non è possibile avere un saldo contabile negativo.
Talvolta, i conti di deposito devono essere abbinati a un conto corrente (conto d’appoggio) tramite cui è possibile
- fare prelievi e versamenti
- richiedere una carta di debito per prelevare allo sportello automatico
- ricevere o fare bonifici
- accreditare lo stipendio
- versare assegni
Tasso di interesse
Il conto deposito di solito prevede un tasso di interesse maggiore rispetto a quello di un conto corrente (che spesso è vicino allo zero). Il tasso di interesse è deciso prima che il cliente decida di aprire il conto.
I soldi del conto deposito possono essere vincolati per periodi dai 6 mesi in su. Solitamente, più a lungo si vincola il proprio denaro più la banca o l’istituto di credito saranno disposti a pagare un interesse crescente.
Il conto deposito, così come il conto corrente, è garantito dal Fondo Interbancario di tutela dei Depositi. Si tratta di un meccanismo che tutela fino a 100.000 euro il titolare del conto in caso di fallimento della banca. Molti considerano utilizzano il conto deposito come un investimento a basso rischio, ma i rendimenti sono così contenuti che sempre più persone si stanno spostando verso strumenti innovativi come, per esempio, l’Equity Crowdfunding.
Costi
Generalmente, sia il conto corrente che il conto deposito non prevedono costi per l’avviamento o costi fissi di gestione (a eccezione del canone). Le spese, che variano da istituto a istituto, possono dipendere dal numero di operazioni effettuate e dai servizi selezionati dall’utente.
Quando si apre un conto deposito, in particolare, è necessario prestare attenzione alle imposte da pagare, che possono includere: l’imposta di bollo o la ritenuta fiscale sugli interessi maturati.
Per le giacenze medie annue inferiori ai 5.000 euro solitamente non bisogna pagare l’imposta di bollo.
Come funziona il conto deposito
Il conto deposito può esclusivamente un saldo positivo, denominato saldo creditore. Nel dettaglio, si tratta di un deposito a risparmio, ovvero un contratto con il quale la banca svolge un servizio per conto del cliente, che in questo caso riguarda soprattutto la custodia del denaro.
Tramite il conto deposito, il cliente versa una somma di denaro alla banca, la quale si impegna a restituirla a scadenza (se vincolato) oppure quando richiesto dal cliente (se libero). Al momento della restituzione vengono conferiti anche gli interessi maturati fino a quel momento. Dopo il primo versamento, è comunque possibile effettuare versamenti aggiuntivi.
Per fare operazioni con il deposito a risparmio, generalmente, si rende necessario recarsi presso la filiale con il libretto, ossia un documento dove vengono registrate tutte le operazioni; talvolta è invece possibile sfruttare la carta di prelievo e versamento rilasciata dall’istituto, che si appoggia sul deposito.
A prescindere dai dettagli del contratto, la differenza più importante dei conti deposito riguarda l’eventuale vincolo delle somme depositate
- Con il conto deposito libero è possibile prelevare o versare soldi senza penali, per qualsiasi importo e in qualsiasi data. In questo caso, non esiste una durata minima. Si tratta della tipologia scelta da chi ha necessità di avere rapidamente accesso alle somme depositate;
- Con il conto deposito vincolato, invece, si è obbligati a mantenere le somme fino alla scadenza prefissata (ad esempio, 12, 24 o 36 mesi); in alcuni casi, non vi è nessuna possibilità di svincolo, nemmeno parziale, fino a scadenza. In altri casi, lo svincolo anticipato è possibile ma bisogna sostenere dei costi ulteriori se non si vuole perdere gli interessi maturati fino a quel momento.
Come aprire il conto deposito
Per avviare un conto deposito, in generale, è sufficiente aver compiuto 18 anni ed essere residenti in Italia.
In alcuni casi viene conferito il libretto di deposito a risparmio nominativo, che richiede il supporto cartaceo e può essere gestito esclusivamente tramite la filiale. In altri casi, invece, gli istituti offrono invece il deposito senza emissione del libretto, con la possibilità di aprire e gestire il deposito in maniera completamente online.
Un altro requisito che può essere obbligatorio quando si apre il conto deposito è di essere titolari di un conto corrente (bancario o postale), che deve avere la funzione di “conto di appoggio”.
In ogni caso, quando si avvia un conto deposito (sia online che fisicamente) è meglio avere sottomano un documento d’identità valido, il proprio codice fiscale e, quando richiesto, l’IBAN del conto corrente.
Solitamente i conti deposito sono pubblicizzati segnalando il tasso d’interesse lordo, tuttavia per scegliere è meglio considerare il tasso nominale; bisogna inoltre tenere a mente eventuali costi o commissioni, l’imposta di bollo e la ritenuta sugli interessi.
Gli interessi maturano in base al tempo per cui viene lasciato il deposito, ma si deve considerare il momento in cui vengono versati, ovvero la “liquidazione” che può essere:
- anticipata (solitamente quando si fanno depositi vincolati)
- periodica (gli interessi vengono regolati ogni trimestre)
- a scadenza alla fine del periodo di maturazione degli interessi
Come anticipato, i conti deposito vincolati offrono un rendimento più elevato dei conti deposito non vincolati. Ma, comunque, si tratta di percentuali spesso inferiori al 2-3%. Il che significa rischiare di perdere valore reale a causa dell’inflazione.
Per ottenere maggiori rendimenti, bisogna costruire un portafoglio con prodotti più remunerativi, come le azioni. Questo significa anche assumersi maggiori rischi, ma esistono comunque delle strategie per mitigarli.
Tra i mezzi più diffusi per investire ci sono sicuramente le piattaforme di trading, ma ora ci concentreremo sul più innovativo Equity Crowdfunding.
Equity Crowdfunding
L’Equity Crowdfunding consente a chiunque di investire in società non ancora quotate in Borsa, soprattutto startup e PMI (piccole e medie imprese). Per farlo è sufficiente registrarsi presso una delle piattaforme autorizzate da Consob, come CrowdFundMe.
Senza tali piattaforme, per i piccoli investitori sarebbe quasi impossibile accedere a round di investimento di aziende non quotate. Grazie all’Equity Crowdfunding possono invece diventare soci di imprese, anche SRL, attraverso pochi click.
Tale strumento può inoltre essere affiancato anche ad altre modalità di investimento, come i PAC o i titoli di Stato, in ottica di diversificazione.