Come investire in startup nel 2024

Cos’è una startup?

Prima di affrontare le possibilità di investimento che le startup offrono nel 2024, è bene iniziare col definire in modo chiaro e univoco cos’è una startup, così da tracciare immediatamente i contorni di un possibile investimento.

Una startup è una azienda nuova, fondata di recente, con un business plan ben definito e dalla fondamentale caratteristica di potersi espandere in tempi estremamente brevi, con un valido potenziale non solo in termini di guadagno, ma anche di creazione di nuovi posti di lavoro. Deve poi essere una realtà scalabile da investitori qualificati come fondi di investimento, banche, agenti di cambio, fondi pensione, assicurazioni.

 

Investire in una startup innovativa nel 2024

Tra diverse tipologie di startup si segnala la “startup innovativa” che, secondo il decreto legge 179/2012, deve essere un’impresa costituita da non più di cinque anni, avere come oggetto prevalente o esclusivo il progetto, lo sviluppo e infine la commercializzazione di un prodotto, oppure un servizio, ad alto valore tecnologico.

Tra i requisiti, è richiesto che almeno 2/3 del personale della società abbia una laurea magistrale o almeno 1/3 del personale sia composto da dottori di ricerca, da dottorandi o ricercatori.

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Perché investire in una startup?

Investire in una startup significa affidare i propri soldi ad una realtà allo stato embrionale, che per definizione può comportare un alto ritorno economico ma anche un alto rischio e un alto tasso di fallimento.

Il capitale investito pertanto rischia di non determinare un ritorno, ed è bene valutare in sede di startup pitch (ovvero nel contesto della presentazione della impresa) quali potrebbero essere i rischi che potrebbero ridurre il ROI (in inglese, return of investment).

Allo stesso tempo, nel contesto della valutazione economica, vanno considerati non solo i capitali che potrebbero essere investiti, ma soprattutto il capital gain (detto anche Plusvalenza), la differenza tra il prezzo a cui sono state acquistate le azioni o le obbligazioni e il prezzo a cui vengono vendute.

 

Quali sono i vantaggi e i rischi di investire in una startup?

Una azienda innovativa vive nel rischio per definizione. Eppure presenta una serie di vantaggi per chi investe:

  • il ritorno sull’investimento, su di un piano teorico, può essere molto alto
  • le startup possono essere un valido canale per diversificare i propri investimenti
  • rappresentano un ottimo strumento per il supporto a imprese innovative e, di conseguenza, un supporto per la ricerca e per il mercato del lavoro.

Gli investitori privati possono considerare le startup un tema particolarmente interessante in ambito di asset location, quando devono decidere le percentuali dei differenti tipi di investimento: azioni, obbligazioni, liquidità, immobili.

Le startup rappresentano una tra le tipologie di investimento più rischiose, ma allo stesso tempo possono essere molto redditizie. Per questo, si ricorda, conviene informarsi con attenzione prima di procedere, cercando il livello di rischio migliore per il proprio profilo.

 

Investire in startup, guadagni

Non è possibile indicare in termini assoluti un ritorno di investimento nel momento in cui si è investito del capitale, o parte dei propri risparmi, in una startup. Risulta quindi più utile conoscere alcuni criteri che permettono di valutare la possibilità che una startup determini un rendimento in termini economici. Tra i criteri che un investitore dovrebbe tenere a mente ci sono:

  • gruppo di lavoro, con competenze certificate e interesse reale nella crescita della startup
  • traction, ovvero progressi che siano dimostrabili, insieme alla validazione del mercato
  • market, un mercato che prometta rendimenti cospicui
  • value proposition, quindi un modello di business che sia concreto e realizzabile
  • previsioni finanziarie che siano argomentate e chiare, fin dai primissimi passi
  • exit strategy, un piano di realizzazione dei rendimenti.

L’investimento in startup, soprattutto nel 2024, richiede studio e attenzione. Sebbene il 2023 abbia visto una contrazione degli investimenti complessivi in Italia, con un totale di 1.130 miliardi di euro di round raccolti, quello delle startup rappresenta un settore in cui la quantità dell’offerta può essere comunque volano di rendimenti e occupazione.

 

Secondo una ricerca svolta dagli Osservatori Startup Hi-tech e Startup Thinking del Politecnico di Milano e intitolata Startup, scaleup e occupazione in Italia: impatto e trend, nel bienno 2020 – 2022, i posti di lavoro hanno espresso un tasso di crescita del 59%.

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Strategie di gestione dell’investimento in una startup

In sede di rischi, la startup si profila come realtà estremamente volatile, dal ciclo di vita potenzialmente breve, ed è possibile per l’investitore rischiare di perdere il capitale investito. Data la sua giovane età una startup ha poi una minore capacità di riduzione e gestione dei rischi.

Un ulteriore rischio connesso è dato dalla bassa liquidità di una startup. Questo è un aspetto da non sottovalutare, perché nei casi di bassa liquidità risulta difficile per l’investitore portare a termine la vendita della propria equity (la propria quota azionaria).

L’investitore può comunque ricorrere ad una exit, che consiste nel vendere la propria quota direttamente ad un compratore o si configura come cessione ad un’azienda più grande. Questa exit può essere svolta anche su bacheche elettroniche, quando si è nella cornice del crowdfunding.

È possibile, inoltre, che si verifichi un’acquisizione o una IPO, (offerta pubblica iniziale).  Una IPO  è un passaggio fondamentale attraverso cui una compagnia privata destina parte delle proprie azioni per gli azionisti del mercato, così da ricavarne un aumento di liquidità.

L’ingresso in borsa, o in termini più esatti la quotazione in borsa, si verifica quando una società vende agli investitori una parte del proprio capitale, attraverso delle azioni. Questi titoli azionari, poi, sono oggetto di scambio nel mercato. Le dinamiche tra domanda e offerta ne fisseranno infine il prezzo.

 

In che modo investire in una startup?

Esistono diverse strade che permettono investimenti a favore di una startup innovativa. Si possono indicare:

  • piattaforme di crowdfunding che permettono il cosiddetto “finanziamento collettivo” o “finanziamento dal basso”. In termini più esatti, si può definire come una partecipazione finanziaria, da parte della rete sociale, verso un progetto sviluppato da startupper, in questo caso. Le piattaforme di crowdfunding permettono agli startupper di descrivere la propria impresa innovative, le finalità, così da raggiungere potenziali investitori interessati, che contribuiranno con importi anche minimi
  • business angel, ovvero un investitore informale che mette a disposizione della startup il proprio capitale insieme alle proprie conoscenze, qualora l’impresa dimostra margini concreti di crescita futura
  • venture capital che, a differenza di un business angel, appartiene a fondi di investimento oppure a società specializzate. Si tratta di investitori formali che investono in una startup a fronte dell’ingresso nel capitale sociale.

 

Migliori siti per rinvestire in startup

Tra i diversi siti grazie a quali è possibile investire in startup, nel 2024, c’è proprio CrowdFundMe.

CrowdFundMe è una piattaforma di equity crowdfunding che mette in contatto gli investitori con le startup e le PMI in cerca di finanziamenti. Gli utenti possono quindi investire in aziende innovative e in crescita acquistando piccole quote del capitale sociale, e diventando a tutti gli effetti azionisti delle società sette.

I tipi di investimenti disponibili sulla piattaforma possono variare da startup in fase iniziale (early stage) che cercano capitali per sviluppare idee e prodotti innovativi, fino a piccole e medie imprese già consolidate che ricercano finanziamenti per espansione o scale-up. CrowdFundMe permette di investire in una varietà di settori, offrendo l’opportunità di diversificare il portafoglio di investimenti con soglie di ingresso piuttosto basse. Tra le principali nicchie con di investimento in crowdfunding, nel 2024, si possono indicare:

I diversi progetti in cui investire, nel 2024, sono presenti nella bacheca di CrowdFundMe.

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Ci sono agevolazioni fiscali se si investe in una startup?

Il Decreto Rilancio, del Ministero per lo Sviluppo Economico, ha determinato alcune agevolazioni per le startup:

  • una detrazione di imposta lorda IPERF pari al 30% dell’investimento effettuato, fino a 1 milione di euro. Per le persone fisiche
  • una deduzione dall’imponibile IRES pari al 30% a fronte di un investimento di 1,8 milioni di euro, relativamente alle persone giuridiche.

La detrazione, va specificato, rimane valida solo nei casi in cui l’investimento è mantenuto per almeno tre anni. Per quanto riguarda le persone fisiche, soggette a ritenute IRPEF, va specificato che le agevolazioni indicate va a chi detiene:

  • un reddito che deriva da lavoro come dipendente
  • IVA in regime ordinario oppure semplificato
  • una pensione oppure una casa in affitto.

Chi invece ha una P. IVA a regime forfettario non ha diritto a questi incentivi.

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