Come fare il business plan di una startup

Una startup, come ogni attività imprenditoriale e ogni idea di business, ha bisogno di un business plan. Perché è importante? Da quali elementi è composto e in che modo può essere redatto?

 

Importanza di un business plan per startup

Il primo passo di una startup, e più in generale di ogni attività imprenditoriale, è certamente dato da un prodotto o un servizio che incontrino la domanda del mercato, o di cui il mercato stesso non è ancora consapevole. Specie per le startup, soprattutto per startup innovative.

E se un’idea di business è il primo passo, la strada che dovrà essere percorsa per arrivare al cliente è data dal business plan, uno strumento imprescindibile, come una bussola che permette alla startup di orientarsi e di orientare i potenziali investitori, o gli istituti di credito, per poter raccogliere il capitale.

Il business plan è una road map che orienta una startup non solo nel delineare il proprio piano d’azione per obiettivi, ma aiuta gli startupper a scandire gli obiettivi di breve, medio e lungo termine, in un arco di tempo che può comprendere il singolo anno per arrivare ad un piano quinquennale di raggiungimento degli obiettivi.

Dal punto di vista degli investitori, poi, il business plan è il documento che permette di comprendere perché investire in una startup, con quali rischi e quali potenzialità di ROI (return of investment).

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Cosa si intende per startup

Prima di affrontare definizione, elementi e redazione di un business plan, è necessario definire cosa sia esattamente una startup. Per farlo bisogna sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni, e il luogo comune più deformante vede nella startup una generica impresa, magari con un ridotto capitale sociale, di piccola entità e fondata da poco tempo. La realtà, anche legislativa, è tuttavia ben diversa.

È infatti possibile definire una startup come una organizzazione temporanea il cui business model mette al centro l’innovazione. Caratteristiche di questo business model sono la scalabilità, la sostenibilità e la ripetibilità. Una startup è in sostanza una impresa innovativa che riesce a risolvere un problema (del mercato, del cliente) al quale non si era data ancora alcuna soluzione.

L’Italia ha regolamentato le startup innovative da un decennio. E con il decreto legge 179 del 18 ottobre 2012 ha fornito un quadro legislativo ben delineato. In base ai diversi requisiti richiesti dal legislatore, una startup innovativa deve:

  • essere una impresa la cui costituzione non superi i 5 anni
  • avere come oggetto, in via esclusiva o prevalente, il progetto, lo sviluppo e quindi la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto impatto tecnologico
  • avere 2/3 del personale con una laurea magistrale o 1/3 del personale che sia composto da ricercatori, dottorandi o dottori di ricerca.

Tra le modalità di investimento che interessano le startup va indicato il crowdfunding, che sta dimostrando di essere un valido strumento per fare soldi e investire del capitale di rischio.

 

Cos’è un business plan

Affinché gli startupper possano svolgere un pitch (una presentazione) della propria startup è necessario che sia stato pensato, studiato e redatto un business plan che, in estrema sintesi è l’ossatura dell’idea di business.

Il business plan è essenzialmente il documento nel quale un progetto imprenditoriale viene descritto. All’interno di questo documento sono riportati nel dettaglio gli obiettivi, le strategie, i criteri di vendita, il progetto marketing.

Sono due le parti essenziali che compongono un business plan:

  • una parte descrittiva, il cui si indica il progetto imprenditoriale, si definiscono i mercati di riferimento, si raccontano la strategia e gli obiettivi, il piano di operatività, la società nel suo insieme e i soci
  • una economico-finanziaria, nella quale sono contenute le previsioni di natura economica e finanziaria, il break even point (ovvero il punto di pareggio tra i costi totali dell’azienda e i ricavi totali) che rendono conto della redditività del progetto.

Un business plan deve essere focalizzato anche sugli obiettivi da raggiungere. Obiettivi quali:

  • una raccolta di fondi e l’attirare partner
  • operare uno studio del potenziale commerciale della impresa
  • fare in modo di ottenere finanziamenti da istituti di credito, banche, o attraverso forme di investimento quali l’equity crowdfunding.

Prima ancora di redigere il business plan vero e proprio può essere utile compilare un  business model canvas, un template che permette, in modo semplice, di delineare gli elementi più importanti per stare sul mercato in modo efficace. Questo può essere utile per capire se, già nell’idea embrionale, ci sono tutti i punti di forza per emergere o se occorre rivedere la strategia aziendale e di mercato.

Business_Model_Canvas

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I quattro elementi principali di un business plan in breve

 Ecco i quattro componenti principali di un business plan:

  1. Executive Summary (Sintesi Esecutiva):
    • Questa sezione fornisce una panoramica generale del business plan. Include una descrizione dell’azienda, la missione, gli obiettivi, i prodotti o servizi offerti, il mercato di riferimento e un breve riepilogo delle proiezioni finanziarie. È spesso scritto per ultimo, ma è presentato per primo, in modo da catturare subito l’attenzione dei lettori.
  2. Descrizione dell’Azienda (Business Description):
    • Qui si entra nei dettagli dell’azienda. Include informazioni sull’azienda stessa (nome, struttura legale, sede, storia), una descrizione approfondita dei prodotti o servizi offerti, e un’analisi del settore in cui l’azienda opera. Può anche includere la visione e la missione dell’azienda, nonché i suoi obiettivi a lungo termine.
  3. Analisi di Mercato (Market Analysis):
    • Questa sezione offre una panoramica dettagliata del mercato di riferimento. Include l’analisi del mercato target, le dimensioni e il potenziale di crescita del mercato, le tendenze del settore, l’analisi della concorrenza, e le strategie di marketing e vendita. È cruciale dimostrare di avere una comprensione profonda del mercato e di come l’azienda si posiziona al suo interno.
  4. Piano Finanziario (Financial Plan):
    • Questa sezione include tutte le proiezioni finanziarie rilevanti. Contiene bilanci previsionali, conti economici, proiezioni di flussi di cassa, e altre analisi finanziarie. È fondamentale per mostrare la redditività e la sostenibilità del business. Può anche includere una sezione sui requisiti di finanziamento, dettagliando quanto capitale è necessario, come verrà utilizzato e le strategie per raccoglierlo.

Questi componenti forniscono una visione completa e dettagliata del business, aiutando sia gli imprenditori a pianificare e gestire la loro attività, sia gli investitori a valutare la fattibilità e il potenziale di successo del progetto.

 

Da quali elementi è composto un business plan

Un business plan per startup innovativa, ma non solo, per raggiungere i propri obiettivi richiede la presenza di specifiche voci ed elementi. E al netto di singoli esempi di business plan per startup, che variano per mercato e obiettivi, devono essere presenti:

  • una cover page, con logo, nome e contatti. Questa pagina è di vitale importanza, perché rappresenta la prima cosa che sarà vista dai potenziali investitori
  • un executive summary, riassunto che permetterà ai potenziali investitori un colpo d’occhio sui contenuti che saranno approfonditi. Deve essere presente una descrizione, breve e concisa, della startup. Nascita, luogo, problemi che si intendono risolvere con i prodotti o i servizi.

All’interno dell’executive summary deve essere presente inoltre il business model, quindi il metodo che la startup intende adottare per la generazione delle entrate. Il modello di business dovrebbe essere sostenibile: a determinati costi devono corrispondere entrate maggiori.

Ulteriori voci ricomprese nel business plan sono:

  • azienda, voce nella quale vanno descritte vision e mission, e i bisogni del mercato per i quali sono state trovate le soluzioni da parte dell’azienda
  • tecnologia e prodotto, voci che rispondono alle domande: in cosa si differenzia il prodotto o il servizio dell’azienda? Ci sono già brevetti o marchi? Quale evoluzione è prevista?
  • buyer persona e analisi del problema perché una start up deve conoscere gli aspetti demografici, sociali, comportamentali dei potenziali clienti. In questa sezione devono essere esposti nel dettaglio i problemi dei potenziali clienti, e il modo in cui sono risolti.

 

Business plan per startup, dalla swot analysis al piano economico-finanziario

Un business plan non si arresta alla descrizione delle buyer personas, ma trascende il singolo potenziale cliente per abbracciare con uno sguardo d’insieme voci più ampie:

  • concorrenza e mercato, voce in cui sono passati in rassegna i principali concorrenti e la nicchia di mercato in cui la startup ha intenzione di inserirsi. L’obiettivo di questa voce è comprendere quali prospettive finanziarie concrete ci siano, tanto per la startup quanto per il potenziale investitore
  • analisi swot, nella quale vengono passati in rassegna i punti di forza e di debolezza della startup nei confronti della concorrenza, insieme alle opportunità e alle minacce che caratterizzano il progetto
  • la strategia di marketing, nel quale va descritto il posizionamento del prodotto o servizio sul mercato, le politiche relative al prezzo, i canali di acquisizione, la promozione e i costi di acquisizione dei nuovi clienti
  • il team, perché è i potenziali investitori hanno bisogno di conoscere le persone, le competenze, chi riveste ruoli chiave nell’organigramma aziendale. Perché sono loro che metteranno a frutto il capitale dei potenziali investitori.

Gli investimenti non devono necessariamente essere cospicui, è infatti possibile operare degli investimenti con importi relativamente contenuti, come 10000 euro.

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Piano economico e finanziario

Chiudono il business plan una serie di voci di natura economica e finanziaria, che includono:

  • le strategie finanziare che saranno messe in atto
  • una previsione delle vendite
  • il budget complessivo
  • il conto economico, che serve al bilancio d’esercizio di ogni impresa.

Il bilancio d’esercizio, va specificato, è dato dall’insieme dei report finanziari e dei documenti contabili che periodicamente ogni impresa ha il compito di redigere.

Vanno inclusi in questa ultima sezione l’eventuale bilancio aziendale, il rendiconto finanziario e la la valutazione pre-money, che descrive il valore di una startup prima che siano ricevuti gli investimenti iniziali o prima che siano ricevuti i prossimi investimenti.

 

Chi mi può aiutare a fare un business plan?

Le informazioni da inserire nel business plan sono molte, e spesso sorgono difficoltà soprattutto quando si tratta della parte quantitativa, ovvero la parte che riguarda i dati di economia e finanza. È qui che il parere di uno studio specializzato sui business plan, come i commercialisti, è fondamentale e necessario.

Un’idea è quella di co-costruire l’intero business plan, intervistando clienti e consentendo ai commercialisti di prendersi del tempo prezioso per pensare al progetto stesso. Il punto di partenza per sviluppare un business plan, seguendo la consulenza di un commercialista, è sicuramente uno scambio di  idee.

La prima cosa che un esperto di fiducia può fornire è una struttura standard da stabilire, almeno per le parti più descrittive in cui l`input del cliente potrebbe essere più importante. Lo studio, dal canto suo, si occuperà della composizione più economica e finanziaria (rendiconti provvisori, investimenti, ecc.).

La descrizione del business plan è importante tanto quanto la parte quantitativa, perché è la parte che illustra il progetto, l’azienda, l’offerta e giustifica le metriche contenute nel piano. 

Inoltre il contabile può fornire in automatico tutti i dati numerici relativi alla località di partenza del cliente e può essere utile per la rendicontazione anche durante l’attività aziendale. Meglio se l’azienda ha implementato strumenti automatizzati per la gestione dei dati, dalla predisposizione del budget, alla prima valutazione economica fino all’EBITDA.

 

Quanto costa un business plan

Un business plan di base incentrato sulle piccole startup costa circa 500-800 euro (IVA esclusa). I periodi di stesura del documento variano da una settimana a 10-12 giorni. 

Progetti più grandi e complessi richiedono costi e tempi di consegna significativamente più elevati. Per i programmi gestiti da aziende leader di settore, ad esempio le multinazionali, molto probabilmente il business plan dovrà essere approvato da potenziali investitori/partner internazionali (e quindi deve essere  almeno in inglese).

Pertanto, in caso di un documento molto più grande e chiaro che può costare tra i 1500 e i 2000 euro e arrivare fino a oltre 5000 euro (IVA esclusa). In questo caso, i tempi di consegna possono durare anche più di un mese.

Chiaramente si tratta di dati indicativi che rappresentano due estremi di un range in cui esistono diversi casi specifici, a seconda delle esigenze delle varie startup – PMI – grandi gruppi industriali.

Come creare una startup 

Creare una startup richiede una combinazione di pianificazione, risorse e determinazione. Ecco i passaggi fondamentali:

Idea di Business:

  • Avere un’idea innovativa o un miglioramento significativo di un prodotto o servizio esistente. L’idea deve risolvere un problema o soddisfare un bisogno del mercato.

Ricerca di Mercato:

  • Condurre un’analisi di mercato per comprendere la domanda del prodotto o servizio, identificare il target di riferimento e analizzare la concorrenza. Questo aiuta a validare l’idea e a definire la strategia di mercato.

Business Plan:

  • Redigere un business plan dettagliato come precedentemente indicato..

Costituzione Legale:

  • Scegliere una struttura legale per l’azienda (ad esempio, ditta individuale, società a responsabilità limitata, società per azioni) e completare tutte le pratiche burocratiche necessarie, come la registrazione dell’azienda, l’ottenimento di licenze e permessi, e l’apertura di un conto bancario aziendale.

Finanziamento:

  • Trovare i fondi necessari per avviare l’attività. Le opzioni possono includere risparmi personali, prestiti bancari, finanziamenti da parte di amici e familiari, venture capital, angel investors o crowdfunding.

Sviluppo del Prodotto/Servizio:

  • Creare un prototipo o una versione minima del prodotto (Minimum Viable Product, MVP) per testare l’idea sul mercato. Raccogliere feedback e apportare miglioramenti.

Costruzione del Team:

  • Assumere persone con le competenze necessarie per sviluppare, commercializzare e gestire l’attività. Un team forte e complementare è cruciale per il successo della startup.

Marketing e Vendite:

  • Sviluppare una strategia di marketing per promuovere il prodotto o servizio. Questo include la creazione di un marchio, il marketing digitale, le pubbliche relazioni e la gestione dei canali di vendita.

Operazioni e Logistica:

  • Stabilire processi operativi efficienti per la produzione, la gestione delle forniture, la distribuzione e il servizio clienti.

Tecnologia e Infrastrutture:

  • Implementare le tecnologie necessarie per supportare l’attività, come un sito web, sistemi di gestione delle vendite, piattaforme di e-commerce e software di gestione aziendale.

 

L’investimento in progetti di crowdfunding può comportare il rischio di perdita del capitale investito. Per ogni informazione, consulta la sezione Termini e Condizioni sul nostro sito.

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