Ask Me Anything: Stirapp

Stirapp è il primo servizio di Lavo&Stiro con consegna a domicilio basato sulla sharing economy. Un’iniziativa partita circa 1 anno fa, operativa sul mercato di Modena e che presto si è estesa all’intera Emilia Romagna. Recentemente, oltre all’offerta B2C si è aggiunta anche quella B2B, con la quale le aziende offrono ai propri dipendenti, come benefit aziendale, il servizio lavo&stiro con ritiro e consegna in ufficio.

Hanno risposto alle domande degli utenti i due founder della società: Paolo Gavazza e PierAntonio Guglia.

D: Si parla molto dei modelli di sharing economy, ma poco di come guadagnano le aziende che li applicano. Quali sono le fonti di ricavi di Stirapp?

R: Stirapp guadagna circa il 30% su ogni servizio offerto. Più in dettaglio, considerando 100% il prezzo pagato da un cliente:

  • il 50% va a chi stira o lava&stira, gli Stirapper
  • il 30% a Stirapp
  • il 20% al responsabile di area, una figura che è incaricata di coordinare le attività degli Stirapper in una data zona geografica

D: Ma quali e quanti saranno i possibili utenti di Stirapp? Secondo me i giovani fino a 35 anni, spesso single, senza un reddito netto piuttosto alto non potranno permettersi il servizio a causa delle spese che devono già affrontare per affitto/mutuo eccetera; gli over 35 se sposati immagino abbiano una gestione in proprio di questo servizio. Rimangono gli over 35 single con alto reddito… che non sono molti. Inoltre consideriamo la concorrenza degli operatori tradizionali (i cinesi hanno monopolizzato il settore nelle grandi città).

R: L’analisi proposta è interessante, ma in realtà manca una fascia di mercato piuttosto ampia: il nostro target, già validato dai primi mesi di attività, sono le famiglie con entrambi i coniugi lavoratori. In questi nuclei famigliari il tempo a disposizione per le faccende domestiche è ridotto al minimo e il reddito è sufficiente per utilizzare il nostro servizio. In questa fascia di mercato di differenziamo dalle lavanderie professionali per la qualità del servizio, molto più moderno e affine alle necessità dei nostri clienti. Il ritiro e consegna a domicilio strutturato e monitorato da parte dell’utente; la qualità del lavaggio e stiraggio superiori rispetto alla lavanderia cinese sotto casa ad un prezzo comunque competitivo…

D: Ma in pratica quanto sono competitivi i prezzi che proponete? Il servizio si applica solo alle camicie o anche ad altri prodotti?

R: I nostri prezzi sono particolarmente convenienti rispetto alle lavanderie professionali, in quanto utilizzando una logica di sharing economy non abbiamo una struttura che appesantisce i nostri costi. Proprio prendendo l’esempio della domanda, considerate che lo stiro di 1 camicia è inferiore ad €1,5: offriamo 10 camicie solo stiro a €13,99.
Questa è una offerta “entry level”, per avvicinare sempre più clienti.
Buona parte del fatturato è composto dalle tipologie di indumenti più convenienti, poi ci sono i servizi a valore aggiunto: il servizio di lavo&stiro ha prezzi superiori e lavoriamo molto anche con i cambi di stagione e quindi piumini, giacche ecc. che hanno un valore maggiore. Abbiamo avuto qualche cliente che ci ha ordinato anche il lavaggio di abiti da sposa!

D: Mi piace molto l’idea della sharing economy dal punto di vista sociale: come è composta la platea di operatori e come garantite la qualità? In pratica, gli Stirapper chi sono? Il loro unico lavoro è quello che fanno per Stirapp?

R: Per lo stiro coinvolgiamo persone che svolgono l’attività direttamente al proprio domicilio, mentre per il servizio di lavaggio ci appoggiamo alle lavanderie artigianali, organizzate in zone di competenza.
Il tentativo di Stirapp è di dare un servizio di qualità a buon prezzo e soprattutto di valore e il valore è proprio quello di offrire una possibilità ai nostri stiratori o alle lavanderie artigianali di poter lavorare o comunque integrare il proprio reddito. Oggi molte lavanderie di piccole dimensioni stanno chiudendo perché il loro modello di business non funziona più e i nostri Stirapper sono buona parte ex titolari o dipendenti di lavanderie: lavoriamo quindi con persone che sanno stirare e lavare molto bene e, oltre a saperlo fare, ci dicono di amare quello che fanno e soprattutto di poterlo fare da casa quando vogliono.
Stirapp comunque generalmente non è l’unica fonte di reddito dei nostri operatori, in piena logica sharing economy: è una opportunità di integrare il reddito famigliare in caso una persona debba stare a casa per molto tempo, magari per potersi prendere cura dei figli, o un reddito di lavoro part time.

D: A livello fiscale come viene gestito questo reddito dagli Stirapper? E come vengono selezionati?

R: Per il recruiting degli Stirapper mettiamo degli annunci sui principali siti, come Subito.it. Noi poi incontriamo i profili più interessanti e testiamo la loro esperienza. Ogni Startupper riceve gratuitamente attrezzatura professionale per lo stiro: abbiamo un accordo con un’azienda produttrice di ferri da stiro professionali che ci supporta anche con un prezzo molto aggressivo. L’investimento per avviare ogni nuovo Stirapper è attorno ai 200/300 euro, che si ammortizzano nel tempo senza problemi e ci garantiscono un’alta qualità del servizio.
Per gli Stirapper abbiamo calcolato una guadagno orario compreso tra 11/17 euro circa all’ora, sulla base della velocità e qualità di stiro. Fino ai 5.000 euro vengono retribuiti in ritenuta d’acconto (certificato dalla Fondazione Marco Biagi), mentre per cifre superiori gli Stirapper aprono una P.IVA in regime dei minimi. Abbiamo anche fatto il calcolo di quanto costa loro l’elettricità: per una Stirapper che guadagna oggi circa 500 euro/mese, la spesa di elettricità è attorno a 4/6 euro mese (Calcolo fatto con bolletta della luce alla mano).
Come dicevamo, lo Stirapper non è un mestiere full-time, ma una buona occasione per integrare il reddito. Anche per questo non abbiamo mai riscontrato problematiche di gestione del personale: questa opportunità responsabilizza gli Stirapper.
Abbiamo anche creato una app specifica per l’operatore, scaricabile gratis sugli store, che permette di gestire e ottimizzare tutto il processo.

schermata stirapp
D: Quali sono le previsioni per la vostra espansione in Italia?

R: Dopo il test di 10 mesi a Modena, che ha portato 25 mila euro di fatturato, siamo partiti circa 3 settimane in altre 8 città emiliane. In queste tre settimane abbiamo già consegnato più di 6.000 capi. Contiamo a settembre di chiudere il cerchio emiliano con Bologna e Ferrara.
A regime, sulle province attive, sulla base della popolazione residente, ci aspettiamo fatturato tra i 300k ed i 350k euro. Per la sola città di Bologna, data una popolazione residente molto più alta, prevediamo di superare il milione di euro.
Successivamente ci dedicheremo alle prime città target fuori regione, che sono Milano, Roma, Padova e Firenze.
Prevediamo che il 2018 si concluderà con un fatturato di circa 500 mila euro.

D: Considerando queste stime di fatturato e i regimi fiscali che utilizzano gli Stirapper, è evidente che avrete bisogno di molti operatori part-time per supplire alla domanda: chi opera in ritenuta d’acconto o P.IVA con regime dei minimi non ha convenienza a superare una certa soglia di reddito. Con un numero di operatori così grande mi sembra sia una grossa criticità il fornire l’equipaggiamento. Come pensate di far fronte alla cosa?

R: Come abbiamo esposto precedentemente, grazie alla convenzione con il produttore dell’attrezzatura professionale il costo di avviamento di ciascun Stirapper si assesta attorno ai 200/300 euro, che si ammortizzano nel tempo senza problemi.

D: Il listino sulla app sarà quello definitivo per tutte le città?
R: Il listino dei servizi varierà di città in città per adattarci a ciascun mercato, stiamo lavorando anche a delle offerte ad-hoc.

D: Nel business plan parlate anche di un servizio B2B, come funziona?

R: Nel caso del B2B, non lavoriamo con hotel e ristoranti, ma ci rivolgiamo alle aziende con molti dipendenti. Con loro realizziamo convenzioni che permettono alle aziende di offrire il nostro servizio ai propri dipendenti come benefit aziendale. I dipendenti possono sfruttare il ritiro e consegna in azienda oppure al proprio domicilio sfruttando la scontistica della convenzione, in alcuni casi il servizio è pagato tramite welfare aziendale delle società stesse.
Lavoriamo già con Gruppo BPER (+ di 2.000 dipendenti) e TetraPack tra gli altri. E stiamo parlando con altre importantissime aziende della zona, del settore automotive e della moda… stiamo parlando di altre migliaia di dipendenti!

D: Vista la natura “digitale” della attività, è possibile sfruttare gli incentivi industria 4.0, qualora vengano prorogati?

R: , corretto. Abbiamo anche già vinto un bando della regione Emilia Romagna dove abbiamo vinto 100mila euro a fondo perduto.

 

stirapp_Gavazza

Paolo Gavazza

Co-founder e CEO, responsabile della comunicazione

20 anni nella comunicazione digitale, lavorando con aziende importanti come Banzai, FullSIX, ItaliaOnLine.

 

stirapp_Guiglia

Pierantonio Guiglia

Co-founder e Presidente, responsabile delle operations

13 anni in consulenza aziendale.

 

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